Nel mese di ottobre del 2004 il periodo delle scatolette stava cominciando a segnare la mia psiche e la mia salute in modo molto pesante: lo stress dovuto al fatto di non poter staccare per otto ore consecutive, unito al consumo di alimenti poco sani come panini e – appunto – scatolette, mi stava provocando continui dolori allo stomaco e gravi problemi intestinali. Ovviamente Trappolini, artefice di questo stato di cose, non si curava delle conseguenze delle sue imposizioni: anzi, non perdeva occasione per farne motivo di burla. E questo non faceva che aggravare ulteriormente la mia frustrazione e il mio stato di salute.

Una mattina, mentre Trappolini mi stava rovesciando addosso una mole di lavoro degna di uno schiavo egizio, fece il suo ingresso nell’ufficio nientemeno che Fausto Timento. Questi era da sempre il più “tirato” tra i due soci, costantemente alla ricerca di metodi ortodossi (e non) per ridurre le spese e aumentare i profitti; in mano teneva alcuni fogli, e con una rapida occhiata capii che si trattava dei miei resoconti delle ore di straordinario dei mesi precedenti. Agitandomi il plico a pochi centimetri dal naso, mi chiese: “Davide, perché fai tutti questi straordinari?”

“Con tutto il rispetto, Fausto, dovrebbe chiederlo alla terza persona che si trova in questa stanza”, risposi. Trappolini aveva nel frattempo assunto il tipico atteggiamento di quando non voleva essere tirato in ballo in faccende che non lo interessavano: forse immemore del fatto che i miei straordinari erano la conseguenza diretta del suo ordine di cinque anni prima, stava in piedi vicino alla finestra, fischiettando e fingendo di guardare fuori. Se avesse avuto un minimo di dignità avrebbe dovuto mettersi tra me e Timento, spiegandogli che non stavo facendo altro che eseguire i suoi voleri: ma fedele alla sua abitudine di essere forte con i deboli e debole con i forti, non proferì parola. In compenso lo vidi sogghignare, pregustando l’ennesima mazzata che stavo per ricevere.

Una delle caratteristiche di Trappolini, che lo distinguevano dal bugiardo patologico Timento e dall’iracondo Sfuriotti, era quella di godere della sofferenza altrui. A lui non bastava inveire, urlare, mentire e offendere; faceva di tutto perché le sue vittime restassero ferite nel profondo dell’anima e nei propri valori. In quel momento il valore nel quale credevo era la dedizione al lavoro, e stavo facendo di tutto per essere all’altezza delle aspettative: ma non avevo fatto i conti con le strategie della Stampaben, sempre volte a sminuire le capacità dei dipendenti per costringerli ad uno stato di costante sudditanza psicologica.

Timento mi impose l’immediata interruzione degli straordinari: io, nel frattempo, avevo perso la mia collaborazione con l’emittente di San Rubicondo e buona parte della mia salute; inoltre, complice la morte della mia auto avvenuta un paio d’anni prima, avevo costretto ad una vita d’inferno anche la mia compagna. Nei mesi che seguirono, sotto un certo punto di vista le cose andarono meglio, nel senso che ricominciando a pranzare a casa rimisi in sesto buona parte dei miei problemi gastrointestinali; ma mi ritrovai con le entrate improvvisamente dimezzate, proprio nel momento in cui avevo appena speso quasi tutti i miei risparmi nella Focus usata, nell’acconto dell’appartamento e nel rogito del medesimo.

Potrebbe sembrare già una storia sfortunata, ma il racconto non finisce qui. È un po’ complicato da spiegare, ma ci proverò: quando la Stampaben ed io ci accordammo per l’importo dello stipendio, riuscii a strappare 1.300.000 lire al mese per il part-time di quattro ore; che potrebbe sembrare buono, se non fosse che un quarto di detta cifra lo lasciavo al benzinaio e al casello dell’autostrada. Con l’introduzione della moneta unica, nel 2002, la paga venne convertita in 672 Euro (e, come purtroppo sappiamo bene, il potere d’acquisto dei salari fu praticamente dimezzato). All’epoca c’era un’inflazione di circa il 2% l’anno, ma la Stampaben cosa escogitò per raschiare qualche spicciolo? Mi pagava non 672 Euro più l’inflazione più gli straordinari, ma solo 672 Euro più gli straordinari. Facendo una media ponderata, in cinque anni ho subìto un furto, non saprei come definirlo diversamente, di quasi duemila euro.

Avrei dovuto ribellarmi, dite? Risponderò con uno dei dogmi della Stampaben: “se ti va bene è così, se non ti va bene quella è la porta”.

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